Oggi 21 aprile 2016 Laura Livi avrebbe compiuto 38 anni, e avrebbe festeggiato il compleanno con la sua famiglia, ma soprattutto con le sue due amatissime figlie.
Tutto questo non accadrà perché il 29 ottobre 2014 a Terni, nella sua abitazione, Laura veniva uccisa dal marito con undici coltellate, alla presenza delle sue due figlie di 2 e 7 anni.
Il 27 aprile 2016, così come già fatto il 22 luglio 2015, alle ore 9:00, le Associazioni Terni Donne e Libera…mente Donna, che si sono costituite parte civile insieme al Comune di Terni nel processo a carico di Franco Sorgenti, condannato in primo grado a 18 anni di reclusione per l’omicidio di Laura, si troveranno fuori e dentro il Tribunale di Perugia dove si svolgerà l’udienza di appello.
Ci siamo costituite parte civile per chiedere libertà e giustizia per tutte le donne e invitiamo tutti i cittadini e le cittadine a condividere questo messaggio per dimostrare solidarietà alla famiglia di Laura e alle sue figlie, per chiedere che venga fatta giustizia, per ricordare che solo una vera alleanza tra tutte le istituzioni del territorio, a partire dalla scuola fino ad arrivare ai tribunali, può mettere fine a questa tragedia.
La nostra società è impregnata da una cultura maschilista, che ci imprigiona tutte e tutti, donne e uomini, in ruoli stereotipati. Una cultura che nega l’unicità di ognuna di noi, il diritto delle donne ad essere diverse, ad essere ciò che siamo e vogliamo essere.
Per questo ancora una volta ribadiamo:
LIBERE DI ESSERE, LIBERE DI VIVERE!
Diffondiamo una nuova cultura del femminile e del maschile, di rispetto e valorizzazione della diversità.
È il momento di realizzare reali pari opportunità, proporre nuovi linguaggi e una cultura del rispetto dei diritti, compreso il diritto ad una vita sessuale fondata sul piacere e la libertà di scelta e non sul sacrificio, il dolore e la dominanza.
Questo è possibile solo se tutte e tutti insieme, donne, uomini e istituzioni ripudiamo questa cultura maschilista e patriarcale in cui nasce, matura e viene perpetrata la violenza contro le donne.
Il femminicidio non è mai un raptus di follia: è l’atto finale e consapevole dell’esercizio di potere che l’uomo e la società esercitano sulla donna.
Sentiamo il vuoto lasciato da Laura come quello lasciato da troppe altre donne vittime della violenza degli uomini.
Il contrasto alla violenza è un processo culturale che si basa e si attiva con azioni concrete di due tipi, la prevenzione e l’informazione.
Invitiamo le istituzioni e gli enti a sostenere azioni educative e informative da attuare prima di tutto nelle scuole e in tutti gli spazi che abbiano finalità aggregative o educative e di diffondere capillarmente i contatti e la conoscenza dei servizi antiviolenza attivi sul territorio, in modo da arrivare a tutte le donne e metterle nella condizione di potervi accedere.
Chiediamo, per l’ennesima volta, che il Consiglio Regionale giunga all’approvazione della legge regionale sulle “Politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini”, affinché si dia certezza ai finanziamenti dei servizi antiviolenza attivi nella nostra Regione ed anche affinché tutte le istituzioni a partire dai comuni fino ad arrivare alla Regione possano costituirsi parte civile ogni volta che si celebrano processi per femminicidio.
Il femminicidio costituisce una profonda ferita per la società tutta. Nel momento in cui a una donna, nell’ambito di una relazione sentimentale, non viene riconosciuta la dignità di persona, ed in quanto tale viene fatta oggetto di violenza, fino alla morte, l’intera collettività è responsabile per l’eliminazione di quella cultura e di concezione distorta delle relazioni che ancora oggi minano l’autodeterminazione, la libertà e finanche la vita delle donne.
Associazione Terni Donne,
Associazione Libera…Mente Donna,
Rete Donne Antiviolenza