É con dolore che abbiamo appreso la notizia della terribile strage avvenuta ad Orlando ai danni della comunità LGBT statunitense.
Questo crimine è di fatto un atto di odio, e che il suo autore venga ascritto dentro una particolare cornice di integralismo religioso poco ci interessa.
Quello che hanno in comune le stragi del Bataclan, di Orlando, le violenze/omicidi reiterati delle donne nella nostra epoca è l’attentato alla libertà e alla vita, alla ricchezza e alla potenza dei soggetti.
La cultura dell’odio affonda le sue radici in strutture di potere e asimmetrie sociali che bloccano la potenza della vita e dei soggetti; tali rapporti di potere fanno si che le differenze soggettive (di genere, di orientamento sessuale, di provenienza geografica) diventino un campo di forza in cui si scaricano le violente tensioni sociali.
Omofobia e sessismo sono fortemente collegati: la diffidenza e l’avversione nei confronti della comunità LGBT risiede in una visione del mondo in cui ciò che è percepito come “diverso” rispetto ad una ipotetica normalità diviene simbolo di disagio e minaccia, e la violenza diventa il confine purificatore e riparatore di tale minaccia.
Per questo- mentre esprimiamo piena solidarietà alle comunità LGBT – denunciamo le continue e reiterate parole di odio- sessiste, misogine ed omofobe- che provengono, anche nel nostro paese da politici/che, da giornalisti/e, dai molteplici professionisti/e che si collocano nei luoghi chiave del potere.
E’ questa cultura che ovunque arma la violenza, è questa cultura che ci impegniamo a combattere.
Domani 14 giugno, alle 21:00 tutte e tutti in Piazza della Repubblica insieme ad Omphalos per commemorare le vittime di Orlando.