E’ iniziato il processo per il femminicidio di Raffella Presta, uccisa a fucilate dal marito, Francesco Rosi, mentre il figlio era in casa, il 25 novembre dello scorso anno, proprio nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Libera…Mente Donna, il Centro Pari Opportunità della Regione Umbria e la Rete delle donne AntiViolenza Onlus si sono costituite parte civile.
La nostra scelta non è un atto formale, ma fortemente politico, per ribadire che l’omicidio di una donna non è solo un fatto delittuoso avvenuto tra le mura domestiche, ma un crimine contro l’umanità connotato dal genere, che riguarda la società civile tutta, uomini e donne, oltre alle istituzioni.
Troppe volte, in questo tipo di processi, la vita delle donne viene messa sotto la lente d’ingrandimento alla ricerca di colpe o responsabilità ascrivibili, invece, soltanto agli assassini: non uomini incontrati per caso, ma legati alle vittime da relazioni affettive.
La nostra presenza in quell’aula di tribunale testimonia il desiderio di difendere le scelte di vita di Raffaella. Non vogliamo che tali scelte, come purtroppo spesso avviene in tribunale, possano essere strumentalizzate per confondere le responsabilità.
Lunedì 19 dicembre, alle ore 9 – data in cui verrà nuovamente sentito in tribunale Francesco Rosi – noi saremo lì, in tante, con indosso qualcosa di rosso, in un presidio silenzioso, per ribadire ai familiari di Raffaella e a tutta la cittadinanza che la sua morte – come quella di molte altre donne – non sarà dimenticata.
Non sarà dimenticata sicuramente da noi che, impegnate quotidianamente nei servizi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, ogni giorno ci confrontiamo con una società che troppo spesso giustifica, minimizza e tollera la violenza intrafamiliare.
La violenza maschile sulle donne, pur essendo formalmente condannata, è – in realtà -continuamente perpetuata, in modi più o meno impercettibili: lo vediamo nei tribunali o nei commissariati, quando le donne sopravvissute (a differenza di Raffaella) alla violenza, non vengono credute; quando la burocrazia e i tempi d’attesa le fanno pentire d’aver denunciato; quando la cultura che si esprime attraverso il linguaggio e i mass media continua a nutrirsi di stereotipi, ribadendo un livello di disparità fra donne e uomini che è poi la radice profonda della violenza di genere e del femminicidio.
Mentre accade tutto questo, Governo e istituzioni non sembrano voler dare risposte credibili; la violenza maschile viene affrontata in modo casuale ed episodico, spesso secondo i criteri dell’emergenza, laddove invece si tratta di un fenomeno strutturale che, come tale, richiederebbe politiche adeguate, coordinate e costanti verifiche della loro efficacia.
Per queste ragioni, in memoria di Raffaella e per dimostrare affetto e vicinanza alla sua famiglia in queste ore così drammatiche, chiamiamo a raccolta e chiediamo il supporto di tutte le donne dei centri Antiviolenza, delle Associazioni e della società civile.
Vi chiediamo di essere presenti al presidio insieme a noi, il 19 dicembre alle 9, davanti al Tribunale di Perugia per rivendicare il diritto alla libertà e all’autodeterminazione di tutte.
Associazione Libera…Mente Donna
la Presidente D.ssa Paola Moriconi
Centro Pari Opportunità della Regione dell’Umbria
La Presidente Chiara Pucciarini
Rete delle donne AntiViolenza Onlus
la Legale Rappresentante Elisabetta Servadio