Questa mattina, 30 aprile 2018, le operatrici del Centro Antiviolenza Catia Doriana Bellini hanno trovato scritto a caratteri cubitali sulla porta d’ingresso interna al condominio con un pennarello viola indelebile “VIA PUTANE”.
Questo gesto porta in sé la natura strutturale della violenza contro le donne in quanto basata sul genere, il luogo comune e l’opinione diffusa che vede la donna “responsabile” e “causa” al tempo stesso della violenza subìta ed il crescente degrado culturale che esprime una misoginia sempre più radicata.
Compiere atti odiosi e vili come questo significa attentare alla libertà delle donne cercando di colpire il lavoro, la condivisione e l’impegno, i luoghi di vita e di lotta delle donne. Significa colpire i luoghi di donne che accolgono donne che subiscono violenza da parte degli uomini.
Nonostante le moltissime difficoltà che quotidianamente affrontano le donne dei Centri Antiviolenza (dal 2014 ad oggi il Centro Antiviolenza Catia Doriana Bellini ha accolto circa 1008 donne) sono riuscite a creare servizi, cultura, condivisione.
L’Associazione Libera…Mente Donna ets che gestisce i Centri Antiviolenza a Perugia e Terni, condannando il vile gesto che mortifica l’intera città di Perugia, ritiene che esso non possa passare sotto silenzio. Confida nella pronta reazione di solidarietà di cittadinanza ed Istituzioni. C’è la necessità di una concreta attenzione al problema di sicurezza dei luoghi fisici “Centri Antiviolenza” e la necessità primaria di contrastare insieme la cultura della violenza e di tutelare i Centri Antiviolenza come presidi di libertà, autodeterminazione, democrazia, vivere civile e di legalità. Essi sono luoghi dove le donne costruiscono insieme percorsi di libertà e di autodeterminazione.
Noi continueremo a lavorare e rimaniamo ferme presidio di libertà e autonomia delle donne. Questo gesto non scalfisce il nostro impegno e auspichiamo che la magistratura faccia piena luce sui responsabili.