Con l’avvicinarsi di queste elezioni regionali abbiamo deciso di rivolgerci a tutte e tutti coloro che hanno messo in campo la propria candidatura per chiedere un espresso impegno sulle esigenze, sugli impegni e sugli strumenti necessari a contrastare la violenza di genere e la cultura patriarcale.
Le nostre parole chiave che sono: rispetto, riconoscimento, tutela, rete, stabilità e libertà.
Abbiamo messo in campo capacità e risorse ed oggi vi chiediamo di fare lo stesso.
Ci preme da subito essere chiare e dirette, abbiamo speso competenze di lavoro volontario e femminista, investiamo tutto il nostro impegno nella lotta alla violenza ed alla cultura patriarcale, abbiamo dedicato molto al nostro territorio, abbiamo deciso di essere in prima linea tutte insieme e siamo oggi a rivolgerci a chi assumerà la responsabilità di governare la nostra regione, chiedendo di fare lo stesso.
L’Umbria è una Regione che molto ha fatto negli anni in materia di violenza di genere, che rappresenta un esempio per altri territori e che deve puntare a proseguire in cosa ha creato di positivo, costruire novità migliorandosi e lottare perché le politiche virtuose, vecchie o nuove, siano riconosciute e supportate a livello nazionale.
Oggi chiediamo che queste tematiche siano affrontate con l’assunzione di un preciso impegno sui seguenti punti:
- Investire su servizi, attività, politiche e iniziative per le donne vittime di violenza di genere, disporre investimenti economici volti a garantire ad ogni donna che decida di farlo la possibilità di accedere a percorsi di uscita dalla violenza. Coadiuvare l’organizzazione di attività culturali e sociali di contrasto alla violenza, sostegni economici e percorsi di accesso al lavoro e di sostegno e riconoscimento dell’autonomia economica per donne vittime di violenza.
- Tutela dei minori vittima di violenza assistita, con appositi interventi, servizi, attività, politiche e iniziative in rete tra i soggetti firmatari il protocollo regionale.
- Implementazione delle attività di rete dei soggetti sottoscrittori del protocollo regionale di contrasto alla violenza di genere, con l’organizzazione di sistematici tavoli e spazi di collaborazione e confronto. Piena applicazione della Convenzione di Istanbul ratificata dal nostro Paese.
- Potenziamento e riconoscimento dell’operato dei Centri antiviolenza e delle operatrici antiviolenza. Valorizzazione dell’esperienza dei Centri Antiviolenza, del loro ruolo nell’emersione della violenza e nella formazione di molti ruoli professionali.
- Impegno a portare stabilità e durata nel finanziamento dei Centri Antiviolenza, con piani e progetti pluriennali. È necessario pretendere che vi sia certezza e stabilità per la sussistenza dei Centri Antiviolenza. Va affrontato sui tavoli di confronto nazionali affinché il riparto nazionale non sia più annuale ma sia almeno triennale.
- Tutela dell’anonimato delle donne che intraprendono un percorso di uscita dalla violenza, riconoscendo la piena liberà della donna nel suo percorso. Con espresso riconoscimento dell’autonomia della donna, il rispetto dei suoi tempi e della sua piena autodeterminazione.
Sosterremo tutte e tutti coloro che dichiareranno di assumersi un preciso impegno su tali punti.