Continua il processo per il femminicidio di Raffella Presta, uccisa a fucilate dal marito, Francesco Rosi, mentre il figlio era in casa, il 25 novembre dello scorso anno, proprio nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Domani ci sarà la requisitoria della PM e noi saremo presenti in aula, come abbiamo fatto durante tutte le udienze di questo procedimento, per ribadire che la nostra scelta di costituirci parte civile non è un atto formale, ma fortemente politico: l’omicidio di una donna non è solo un fatto delittuoso avvenuto tra le mura domestiche, ma un crimine contro l’umanità connotato dal genere, che riguarda la società civile tutta, uomini e donne, oltre alle istituzioni.
Troppe volte, in questo tipo di processi, la vita delle donne viene messa sotto la lente d’ingrandimento alla ricerca di colpe o responsabilità ascrivibili, invece, soltanto agli assassini: non uomini incontrati per caso, ma legati alle vittime da relazioni affettive.La nostra presenza in quell’aula di tribunale testimonia il desiderio di difendere le scelte di vita di Raffaella.
Domani, quindi, noi saremo con i familiari di Raffaella per ribadire che la sua morte – come quella di molte altre donne – non sarà dimenticata certamente da noi che, impegnate quotidianamente nei servizi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, ogni giorno ci confrontiamo con una società che troppo spesso giustifica, minimizza e tollera la violenza intrafamiliare.
Associazione Libera…Mente Donna